Cosa c'è da sapere
Capo Caccia (in catalano e algherese Cap de la Caça) è un imponente promontorio di roccia calcarea situato nell'estremità nord-occidentale della Sardegna, che si affaccia sulla rada di Alghero, e con l'altro promontorio di roccia calcarea di Alghero, punta Giglio, racchiude il grande golfo di Porto Conte. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Capo Caccia e, per la sua posizione è dotato di un faro, che grazie alla sua posizione in altezza, 186 metri s.l.m., è uno dei più visibili a distanza, circa 34 miglia, di tutta Italia e del Mediterraneo.
Capo Caccia deve il suo nome alle battute di caccia al piccione che i notabili dell'800 compivano dalla barca nei periodi di bonaccia attorno al promontorio, dalla sommità del quale si può scorgere l'ampio golfo di Alghero e la vicina isola di Foradada che costituiscono uno fra i panorami più belli e suggestivi dell'isola. È possibile osservare lungo tutte le falesie l'aquila del bonelli, il falco pellegrino, il gabbiano reale e corso, la procellaria, i rondoni. In tempi recenti è stata dichiarata oasi permanente di protezione faunistica con grande beneficio delle varie specie presenti sia sopra che sotto l'acqua. Attualmente su tutta l'intera area insistono sia l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana, riserva marina, che il Parco di Porto Conte, parco regionale terrestre, con fauna e flora uniche, come ad esempio l'imponente grifone.
Capo Caccia è noto anche per la presenza di molte grotte marine nella parte inferiore del promontorio che una volta erano frequentate da numerose famiglie di foca monaca, ora completamente scomparse soprattutto per la crudele caccia che i pescatori in forte competizione con questa specie, hanno compiuto fino ai primi anni del Novecento. La grotta più nota, che porta il nome del dio dei mari, è quella di Nettuno mentre sott'acqua si trova la famosissima e frequentatissima, dai subacquei, Grotta di Nereo, dedicata al padre delle ninfe nereidi, e considerata la più vasta grotta marina sommersa di tutto il Mediterraneo. In tutti i fondali circostanti è presente ancora il pregiato Corallium rubrum, corallo rosso, utilizzato in gioielleria e che caratterizza fortemente la cultura del luogo, con la raccolta effettuata da secoli e la lavorazione artigiana, che hanno dato alla zona il nome di Riviera del Corallo. La scogliera è composta da due serie stratificate in discordanza angolare tra loro. Questa discontinuità segna il passaggio tra le piattaforme del cretaceo sup. e del cretaceo inf. ed è marcata da un livello di bauxiti (fase emersiva). Sono due piattaforme differenti: -Inferiore: cicli pertidali e prevalenza di fango; -superiore: piattaforma a rudiste. In prossimità del parcheggio per l'accesso alle Grotte di Nettuno, è possibile osservare la struttura dei banchi a rudiste. in tali banchi i clusters di rudiste, dominati da hippuritidi a forma di crescita di tipo "elevator", si sovrapponevano costituendo una struttura potente anche alcuni metri, ma classificabile come biostroma e non come un reef.
Fonte Wikipedia